FENOMENOLOGIA DEL FOCACCISMO: AUTOLISI O POOLISH?
FENOMENOLOGIA DEL FOCACCISMO: AUTOLISI O POOLISH?
Fonte Foto: Antonino Rampulla
Salto brutalmente preamboli e introduzione, se ne sentite la mancanza leggete pure la precedente disamina fenomenologica concernente poolish, biga e proof . Lo scopo è, sic et simpliciter, cercare di comprendere, tramite test empirici, quali siano i migliori modi per godere di uno fra i doni più graditi che madre natura e l’ingegno umano ci hanno fatto: la focaccia!
Focaccia Poolish.jpg
Cos’è il poolish? È un prefermento preparato con egual parti di acqua e farina e una quantità (per quanto mi riguarda) minima di lievito, meglio se infilato in frigorifero (ovviamente in una ciotola…), tanto i lieviti sono attivi anche tra i 4 e gli 8 gradi Celsius, per 16 ore (se a temperatura ambiente, per molto meno tempo ma sarà differente anche la qualità finale del poolish). Vale sempre la regola dei lievitati: se avete fretta, le crespelle (crepes, per i francofili) si preparano in molto meno tempo… Al poolish si aggiunge il resto degli ingredienti dell’impasto, tenendo in considerazione la sua fisiologica idratazione al 100% (anche se un po’ acqua in verità evapora un po’).
Cos’è l’autolisi? Non l’ho mai veramente capito fino in fondo. Sembra più una questione di fede. Si prepara col 55% d’acqua rispetto alla farina, esattamente come la biga (se poi vogliamo sindacare che la biga s’idrata al 50% convincendoci che quel 5% faccia davvero una sostanziale differenza, parliamone…) La biga però s’impastata un po’ più grossolanamente dell’autolisi e si aggiunge subito un po’ di lievito. Nell’autolisi agirebbero esclusivamente i lieviti naturalmente presenti nella farina. Quindi l’autolisi è una biga un po’ più impastata ma senza lievito aggiunto. Altra differenza rispetto alla biga è che nell’autolisi s’impiega generalmente tutta la farina e non solo una parte… Come? Errata corrige: anche nell’autolisi si può impiegare solo una percentuale di farina, nella fattispecie dal 20% in su. Ok… Quindi si tratta di una biga lievemente più lavorata, senza lievito, il quale sarà aggiunto in seguito… E la biga è invece un’autolisi con un po’ di lievito e un po’ meno lavorata...
Pane Poolish.jpg
Il problema è anche semantico: l’autolisi, dal punto di vista biologico è il processo tramite il quale una cellula si auto-distrugge… In realtà, nel processo che stiamo cercando di comprendere, gli enzimi presenti nella farina, “attivati” dall’acqua e dal giusto calore, scompongono l’amido in zucchero che può così divenire “cibo” per i lieviti endogeni. La “reazione” dei lieviti con gli zuccheri genera anidride carbonica ed etanolo: l’effetto collaterale, indiretto quindi rispetto all’azione dei lieviti, è il rigonfiamento dell’impasto.
Il fenomeno comunemente definito lievitazione, altro non è che l’immagazzinamento di anidrite carbonica ed etanolo (che comunque evaporerà con la cottura) tra la maglia glutinica dell’impasto. Responsabile della creazione della maglia glutinica è principalmente l’azione meccanica dell’impastare. Tuttavia se il processo di lievitazione avviene troppo presto rispetto al consolidamento strutturale dell’impasto (ossia al sufficiente allungamento delle catene proteiche, ossia alla sintesi proteica, che avviene parallelamente per opera di particolari enzimi), il risultato sarà più scarso in termini di elasticità, estendibilità e potenzialità alveolare, in una sola parola, in termini di forza. Al fine di ottimizzare la bontà del sapore finale post-cottura è quindi importante che non tutti gli zuccheri siano scomposti: esiste quindi un limite, relativo alle caratteristiche della farina utilizzata, che non va oltrepassato. Quindi parlare di lievitazione di 48 ore, può voler dire tante cose belle ma anche che quell’impasto sarebbe meglio che continuasse a “lievitare” nella pattumiera…
Pane Poolish.jpg
È quindi lecito parlare propriamente di autolisi? A noi in ogni caso interessa il risultato.
Ho ripetuto l’esperimento due volte per verificare l’uniformità delle impressioni. A parità d’impasto (50 grammi di “00”, 100 grammi di semola rimacinata, 150 grammi di Tumminia integrale, 20 grammi di olio extravergine d’oliva, 10 di zucchero, 10 di sale, 40 grammi di pasta madre, 70% d’idratazione la prima volta, 85% la seconda volta; poolish al 30% la prima volta, al 40% la seconda volta; autolisi al 100% per entrambe le volte), tempi (per poolish e “autolisi”, 16 ore in frigo a 8 gradi Celsius; per “lievitazione” dell’impasto completo, altre 8 ore a temperatura ambiente primaverile) e cottura (su pietra refrattaria con forno casalingo alla massima temperatura, grill sopra, ventilato al centro, statico sotto), non ho riscontrato una sostanziale differenza dal punto di vista qualitativo: entrambi gli impasti sono risultati buoni ma differenti e più adatti a un utilizzo rispetto a un altro.

L’impasto con poolish presenta un’alveolatura tendente a un’estensione laterale più che verso l’alto e più irregolare. Ha un sapore più delicato e un rapporto fragranza/morbidezza più tendente alla morbidezza. Secondo me più adatto a realizzare pizze e focacce anziché del pane. Sarà che in questo periodo di quarantena (per il covid-19) il sapore del lievito madre comincia un po’ a stancarmi, noto che nell’impasto con poolish il sapore del lievito madre è più presente rispetto all’impasto con autolisi.

L’impasto con autolisi ha un’alveolatura più regolare, tende a gonfiarsi maggiormente e un po’ più uniformemente. Ha un sapore più “panoso” ma meno rispetto alla biga. È meno presente il sapore del lievito madre e il rapporto fragranza/morbidezza tende più alla fragranza.
Fonte Testo: Antonino Rampulla
ARCHIVIO NEWS
SE VI RAGGIUNGO A PIEDI, COME MI SPOSTO? SE VI RAGGIUNGO A PIEDI, COME MI SPOSTO?
Il Comune di Noto è il quarto comune più esteso d’Italia. Per antico retaggio, conserva un territorio di 555 km quadrati per poco meno di 25000 abitanti. Solo per curiosità statistica, rileviamo che il Comune di Noto abbia una densità abitativa di 45 abitanti per chilometro quadrato, quindi ben al di sotto della media italiana (196 abitanti per chilometro quadrato) e di quella europea (115 abitanti per chilometro quadrato). E sempre per la medesima curiosità, notiamo anche come i Comuni italiani dotati di una simile estensione territoriale, abbiano tutti un cospicuo maggior numero di abitanti. Marzamemi, l’ormai turisticamente ambito paesino marinaro a ridosso di Pachino, si ritrova amministrativamente scisso tra il Comune di Noto e il Comune di Pachino. Alcune abitazioni si ritrovano ad avere delle stanze nel Comune di Noto, altre nel Comune di Pachino… Non a caso, in...
A CHE SERVE UN ERASMUS? A CHE SERVE UN ERASMUS?
Per il periodo 2021/2027, leggo sul sito istituzionale, l’Unione Europa ha stanziato per il programma “Erasmus Plus” più di 28 miliardi di euro, ossia un finanziamento paragonabile alla manovra finanziaria annuale dello Stato italiano, raddoppiando quindi i fondi stanziati per il precedente settennio. È chiaramente indice dell’importanza che l’Unione Europea gli conferisce. Come mai il programma “Erasmus Plus” è ritenuto quindi tanto importante? Come funziona Un’organizzazione X accreditata in un dato paese europeo, propone un progetto all’agenzia nazionale di riferimento, la quale ha il compito di vagliarlo per, eventualmente, dare il proprio beneplacito e assegnargli quindi la copertura finanziaria prevista. Tale progetto è comunicato alle associazioni europee partner che hanno l’onere di disciplinare le candidature degli aspiranti...
IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO
Mentre si parla di abbattimento del cuneo fiscale e di aiuti alle imprese come incentivo alla creazione di posti di lavoro, la scarsezza politica locale decide in controtendenza di aumentare le tariffe dell’imposta di soggiorno. Dovremmo stendere un perpetuo tappeto rosso al turista che viene a spendere soldi per dormire, mangiare, visitare i musei, affollare le strutture balneari, perché (bisogna proprio essere intellettivamente ipodotati per non comprenderlo…) se le imprese sopravvivono, non solo possono tranquillamente pagare le già esose IMU, TARI e addizionali varie ma, di riflesso, possono pagare i propri dipendenti affinché questi stessi paghino i loro oboli…E invece no! Turista, vuoi venire a visitare ciò che attiene al nostro territorio comunale? Allora ti puniamo! Ecco qua una bella tassa (nel nostro caso) di 2 euro e 50 centesimi a notte (per un massimo di 6 notti)...
COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE… COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE…
Dal 24 novembre 2022, il Comune di Noto ha pensato bene di “rimodulare” l’imposta di soggiorno per risanare il bilancio comunale. Da una forbice che fino alla scorsa stagione estiva andava da 1 € a 2 € per un massimo di 4 notti consecutive, il Consiglio Comunale tramite la Delibera n.57 del 24/11/2022, è stato “costretto” ad aumentarla da 2,5 € a 5 € per un massimo di 6 notti. Proporzionata e graduale? Ovviamente il problema non si pone per chi è disposto a pagare 200 o 300 euro a notte al centro di Noto o per il vip di turno. Tuttavia per una coppia di studenti che paga 20 euro per pernottare in tenda a luglio, 5 € in più rappresentano il 25% dell’importo, così come per una famiglia con due figli sopra i 14 anni che, nel medesimo periodo, per quanto ci riguarda, pagherebbe realisticamente 39 € per il pernottamento e 10 € per l’imposta di...
CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA
Il 17 maggio 2022, i ragazzi del progetto Erasmus "Think Green", organizzato dall’associazione "Attiva-Mente" di Modica, insieme ai ragazzi de L’Albero della Vita di Pachino, si sono incontrati per ripulire la spiaggia di Marzamemi, in contrada Spinazza, da tutto ciò che non rientra esattamente nelle categorie di conchiglie, sabbia o alghe. Armati di sacchi e guanti hanno quindi battuto ogni metro quadrato di spiaggia pubblica, riempiendo numerosi sacchi di rifiuti di ogni tipo (sembra evidente che i bagnanti abbiano convinzioni errate sulle proprietà biodegradabili di vetro e plastica). Io e Gaetano, in qualità di accompagnatori, ci siamo imbucati nella piacevole attività di raccolta e, tra un tubo di lavandino rotto e una bottiglia vuota di birra del discount, di tanto in tanto ne approfittavamo per scattare qualche foto (lui) e dilettarci in bracciate in stile più che libero...
IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS
Nel 1994 l’antropologo Marc Augé pubblicava una fra le sue più importanti e influenti opere letterarie: “Il senso degli altri. Attualità dell’antropologia”. Di fatto vicino al pensiero filosofico per cui l’identificazione di se stessi avviene solo nella relazione con l’alterità, scriveva di quanto il tentativo di comprendere l’altro culturale, fosse di riflesso una ricerca sulla propria identità culturale.In un mondo che viaggia spedito verso strutture politiche sovranazionali, scopro di avere molte meno cose in comune col vicino di casa che con una ragazza rumena o un ragazzo georgiano… Negli anni in cui i nazionalismi stanno tristemente tornando di moda, si può davvero ancora parlare seriamente d’identità nazionale? In altre parole, siamo davvero certi che al ventenne russo importi del “senso” d’identità nazionale di Putin? È chiaro che si tratta di un...
DAL “PANI I CASA” ALLA “SCACCIA”: GENESI DI UNA PIZZA SICILIANA DAL “PANI I CASA” ALLA “SCACCIA”: GENESI DI UNA PIZZA SICILIANA
U pani i casa Conservo vividi ricordi d’infanzia in cui “scendevamo” in Sicilia, a Pachino, per passare le lunghe vacanze estive con i nonni, durante le quali ho avuto più volte il piacere di assistere a uno di quei riti sociali dal sapore antico, tramandato chissà da quante generazioni, comune a gran parte delle famiglie siciliane di cultura rurale: la preparazione del pani i casa. Fino alla fine degli anni ’80, a casa dei miei nonni, con l’ausilio di mia madre prima e di mio zio poi, il pani i casa veniva fatto con frequenza settimanale, poi molto più di rado, fino al quasi completo abbandono dell’abitudine (probabilmente per il diffondersi di panifici sempre più a portata di mano o, semplicemente, per l’evolversi di diversi modi di vita). Nel racconto di mia nonna vi è il tono nostalgico dell’antico, dei sapori di una volta che, per definizione dogmatica,...
SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE
Scrivo questo terzo post sulla guerra in Ucraina come pretesto per la mia personale esigenza di approfondire, per comprendere un evento dopo il quale il mondo sarà certamente, in un modo o nell’altro, radicalmente diverso. La difficoltà, fin da quando, lo scorso anno, sono cominciati a spirare concreti venti di guerra, è stata cercare di intercettare le informazioni più “oggettive “ possibili. La metafora è la recente strage di Bucha: non solo i russi negano che siano responsabili le proprie forze armate ma sostengono perfino che sia tutta una montatura ucraina (e occidentale) per screditarli. L’“operazione speciale” di Putin sarebbe scattata su richiesta dei russofoni del Donbass, rispetto ai quali Kiev, dal 2014, avrebbe addirittura pianificato un genocidio: a questo punto tenderei piuttosto a credere agli osservatori dell’OSCE, di cui ho già scritto in un...