TORRE SCIBINI: SIMBOLO DI PACHINO (E MENO MALE…)
TORRE SCIBINI: SIMBOLO DI PACHINO (E MENO MALE…)
Fonte Foto: Antonino Rampulla
Tra i monumenti più importanti di Pachino, tanto da essere stilizzata nello stemma araldico della città, la torre Scibini (o Xibini, poiché in passato l’imperfetta scrittura dei termini inizianti con le lettere S e C, spesso tracciate troppo vicine tra loro, dava adito all’errore di trascrizione in X) giace dimenticata sul bordo di una trazzera di campagna, a un paio di chilometri dal centro abitato. Torre Scibini, che subì copiosi danni a causa del sisma che nel 1693 rase al suolo Noto, è stata timidamente ma efficacemente ristrutturata solo nel 1994 da parte della Soprintendenza di Siracusa. Da allora la sua valorizzazione migliore è stata ad opera dalle piante di cappero che floridamente crescono alla sua base…
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Acquisito nel 1395, durante la dominazione spagnola della Sicilia, dal barone Mainitto Xurtino (o Sortino) di Palazzolo (Acreide), il feudo Scibini era caratterizzato da un territorio collinare particolarmente fertile. La torre fu edificata dal suo discendente Antonino nel 1494 (o 1493) al fine di sorvegliare le coltivazioni del feudo per impedire furti e razzie da parte delle locali comunità rurali. Prima del recente studio di Salvatore Cultrera e Guido Rabito, opinione diffusa era che Torre Scibini fosse parte del sistema di torri d’avvistamento a difesa della costa della Sicilia sud-orientale dalle incursioni dei pirati barbareschi (magrebini). Tuttavia, anche tramite prove empiriche, si è evinto che Torre Scibini si trovasse in un pessimo punto d’osservazione della costa (a differenza, ad esempio, della vicina Torre Fano): dal punto più alto della torre si riesce a vedere solo una piccola porzione della spiaggia di Morghella.
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Torre Scibini, a base quadrata, è alta una decina di metri. Il piano terra, in cui si poteva entrare solo dal piano superiore (ossia dall’alloggio del gurdiano), probabilmente svolgeva funzioni di cambusa. Alla torre si poteva accedere solo dall’esterno, tramite una scala in legno che veniva poi ritirata dentro. Sul prospetto principale della torre vi è scolpito lo stemma della casata Xurtino (uno scudo e tre barre inclinate, incorniciati da un bassorilievo romboidale) e un’iscrizione in latino.
L’iscrizione è stata danneggiata, oltre che dal fisiologico logorio del tempo e delle intemperie, anche dalle fucilate dei cacciatori che nel IXX e nel XX secolo l’hanno utilizzata come bersaglio... Beata ignoranza! A complicarne la traduzione vi sono anche le tipiche abbreviazioni dell’epoca, le quali hanno comportato, per Cultrera e Rabito, un non semplice confronto con lapidi dello stesso periodo. Il lavoro di Cultrera e Rabito confuta anche la consolidata opinione che tale iscrizione fosse un bando per assoldare milizie poiché, non solo non vi è chiara traccia nel testo (il quale descriverebbe semplicemente il motivo della costruzione della torre), ma soprattutto perché, a più di dieci metri d’altezza, sarebbe stato impossibile da leggere. Mi permetto inoltre di aggiungere una riflessione personale: in un’epoca caratterizzata da una bassissima scolarizzazione popolare, in particolar modo in un territorio rurale, in cui le iscrizioni su pietra avvenivano artigianalmente e faticosamente fatte con martello e scalpello, che senso avrebbe avuto incidere un bando di arruolamento (quindi temporalmente determinato), tra l’altro in latino classico? Per completezza d’informazione segnalo anche l’opinione radicalmente differente sulla genesi della torre e la discordante traduzione dell’iscrizione da parte di Giuseppe Mario Lucchese.
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Attorno alla torre, che quindi è molto probabile che non fu mai un presidio militare, né un punto d'avvistamento e segnalazione delle incursioni saracene, si trovavano stalle e caseggiati (di cui sono rimaste poche tracce) a dimora dei contadini che lavoravano i campi del feudo Scibini. Dato il ritrovamento a poco meno di cento metri dalla torre di un acquedotto di fattura araba, non è da escludere la preesistenza in loco di un’analoga struttura araba e l’ipotesi che Torre Scibini fosse stata edificata sulle sue rovine. Nel 1563 il barone Francesco Starrabba di Piazza (Armerina), avo degli Starrabba fondatori di Pachino nel 1760, sposando Ippolita Sortino (erede della casata Xurtino), acquisì il feudo Scibini, legando così indissolubilmente la storia della torre alla storia di Pachino.
Torre Scibini, simbolo di Pachino, oggi non risulta né custodita né recintata, quindi potenzialmente vandalizzabile da chiunque (infatti, alla nostra visita, non possiamo dire di aver trovato l’interno proprio immacolato…): e se non fosse stato il simbolo di Pachino?
Fonte Testo: Antonino Rampulla
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A CHE SERVE UN ERASMUS? A CHE SERVE UN ERASMUS?
Per il periodo 2021/2027, leggo sul sito istituzionale, l’Unione Europa ha stanziato per il programma “Erasmus Plus” più di 28 miliardi di euro, ossia un finanziamento paragonabile alla manovra finanziaria annuale dello Stato italiano, raddoppiando quindi i fondi stanziati per il precedente settennio. È chiaramente indice dell’importanza che l’Unione Europea gli conferisce. Come mai il programma “Erasmus Plus” è ritenuto quindi tanto importante? Come funziona Un’organizzazione X accreditata in un dato paese europeo, propone un progetto all’agenzia nazionale di riferimento, la quale ha il compito di vagliarlo per, eventualmente, dare il proprio beneplacito e assegnargli quindi la copertura finanziaria prevista. Tale progetto è comunicato alle associazioni europee partner che hanno l’onere di disciplinare le candidature degli aspiranti...
IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO
Mentre si parla di abbattimento del cuneo fiscale e di aiuti alle imprese come incentivo alla creazione di posti di lavoro, la scarsezza politica locale decide in controtendenza di aumentare le tariffe dell’imposta di soggiorno. Dovremmo stendere un perpetuo tappeto rosso al turista che viene a spendere soldi per dormire, mangiare, visitare i musei, affollare le strutture balneari, perché (bisogna proprio essere intellettivamente ipodotati per non comprenderlo…) se le imprese sopravvivono, non solo possono tranquillamente pagare le già esose IMU, TARI e addizionali varie ma, di riflesso, possono pagare i propri dipendenti affinché questi stessi paghino i loro oboli…E invece no! Turista, vuoi venire a visitare ciò che attiene al nostro territorio comunale? Allora ti puniamo! Ecco qua una bella tassa (nel nostro caso) di 2 euro e 50 centesimi a notte (per un massimo di 6 notti)...
COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE… COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE…
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CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA
Il 17 maggio 2022, i ragazzi del progetto Erasmus "Think Green", organizzato dall’associazione "Attiva-Mente" di Modica, insieme ai ragazzi de L’Albero della Vita di Pachino, si sono incontrati per ripulire la spiaggia di Marzamemi, in contrada Spinazza, da tutto ciò che non rientra esattamente nelle categorie di conchiglie, sabbia o alghe. Armati di sacchi e guanti hanno quindi battuto ogni metro quadrato di spiaggia pubblica, riempiendo numerosi sacchi di rifiuti di ogni tipo (sembra evidente che i bagnanti abbiano convinzioni errate sulle proprietà biodegradabili di vetro e plastica). Io e Gaetano, in qualità di accompagnatori, ci siamo imbucati nella piacevole attività di raccolta e, tra un tubo di lavandino rotto e una bottiglia vuota di birra del discount, di tanto in tanto ne approfittavamo per scattare qualche foto (lui) e dilettarci in bracciate in stile più che libero...
IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS
Nel 1994 l’antropologo Marc Augé pubblicava una fra le sue più importanti e influenti opere letterarie: “Il senso degli altri. Attualità dell’antropologia”. Di fatto vicino al pensiero filosofico per cui l’identificazione di se stessi avviene solo nella relazione con l’alterità, scriveva di quanto il tentativo di comprendere l’altro culturale, fosse di riflesso una ricerca sulla propria identità culturale.In un mondo che viaggia spedito verso strutture politiche sovranazionali, scopro di avere molte meno cose in comune col vicino di casa che con una ragazza rumena o un ragazzo georgiano… Negli anni in cui i nazionalismi stanno tristemente tornando di moda, si può davvero ancora parlare seriamente d’identità nazionale? In altre parole, siamo davvero certi che al ventenne russo importi del “senso” d’identità nazionale di Putin? È chiaro che si tratta di un...
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SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE
Scrivo questo terzo post sulla guerra in Ucraina come pretesto per la mia personale esigenza di approfondire, per comprendere un evento dopo il quale il mondo sarà certamente, in un modo o nell’altro, radicalmente diverso. La difficoltà, fin da quando, lo scorso anno, sono cominciati a spirare concreti venti di guerra, è stata cercare di intercettare le informazioni più “oggettive “ possibili. La metafora è la recente strage di Bucha: non solo i russi negano che siano responsabili le proprie forze armate ma sostengono perfino che sia tutta una montatura ucraina (e occidentale) per screditarli. L’“operazione speciale” di Putin sarebbe scattata su richiesta dei russofoni del Donbass, rispetto ai quali Kiev, dal 2014, avrebbe addirittura pianificato un genocidio: a questo punto tenderei piuttosto a credere agli osservatori dell’OSCE, di cui ho già scritto in un...