ELORO: COSA (NON) VEDERE
ELORO: COSA (NON) VEDERE
Fonte Foto: Giuseppe Perdichizzi
Del sito archeologico di Eloro ne abbiamo già accennato qui. Si tratta dei resti di un’antica polis, colonia di Siracusa, che purtroppo non c’è verso di poter ufficialmente visitare: tutta l’area è recintata e abbandonata. Fortunatamente l’ufficiosità offre un paio d’inaspettate possibilità a ridosso del mare… La vegetazione incolta, il terreno scosceso, la presenza di pozzi (in verità messi in relativa sicurezza con delle grate in metallo dai volenterosi archeologi che nel secolo scorso si sono occupati dei pochi e insufficienti scavi) e di colpetti di zappa e ruspa qua e là per opera di industriosi tombaroli, rendono la visita del sito non priva di pericoli (rischio di una bella multa a parte). Dal punto di vista della sicurezza è quindi giustificata la sua recinzione. È l’incuria e il suo abbandono che fatico ad accettare. Soprattutto alla vista della villetta edificata tra l’l’Agorà e l’Asclepion che avrebbe dovuto ospitare il custode dell’area archeologica. Che cosa renderebbe Eloro meritevole di maggiore cura e attenzione? Potrebbero ritenersi sufficienti i resti di un piccolo teatro arcaico (purtroppo tranciato genialmente da un canale di bonifica casualmente fascista), di un Tempio di Demetra e Kore, di una Stoà e dei già citati Agorà e Asclepion? Perché se lo fossero, la sua incuria e il suo abbandono sarebbero un peccato difficilmente perdonabile.
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Le prime tracce di cultura greca nel promontorio su cui sorge la polis sono databili all’VIII secolo a.C.
Eloro, così chiamato per la vicinanza del fiume omonimo, oggi Tellaro, era collegato a Siracusa tramite l’importante via Elorina. La costa rocciosa e accidentata su cui si affaccia, che inframmezza due splendide e frequentate spiagge sabbiose (riflettiamo sull’incremento di appeal turistico se Eloro fosse curato e visitabile) conserva i segni di rilevanti interventi umani, suggerendo che la morfologia della costa all’epoca dovesse essere stata tanto differente da ospitare strutture portuali.
Gli scavi più importanti furono eseguiti all’inizio del XX secolo da Paolo Orsi e Rosario Carta. Vi fu una ripresa tra la fine degli anni ’50 e ’70 per opera di Elio Militello, Vito Piscione e Giuseppe Voza. Nel 1965, Maria Teresa Currò si prodigò nel dare sistematicità alle informazioni storiche fino allora desunte dagli scavi. E se le informazioni che il Dott. Fabio Copani dà al riguardo sono corrette, dagli anni ’80 sembra esserci stata calma piatta: in buona sostanza nessuno ha più spostato una pietra (tombaroli a parte, ovviamente). Ottimo! È l’ennesimo segnale che in Sicilia sappiamo come valorizzare le nostre risorse…
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L’aspetto che più mi affascina della storia di Eloro, in comune con altri antichi insediamenti siculi quali Noto Antica, è che la sua ellenizzazione sia avvenuta pacificamente e gradualmente rispetto alla più sbrigativa, traumatica e frequente cacciata degli autoctoni a suon di spada dai territori in cui i greci decidevano di fondare una colonia (ne sono infatti esempio i modi “gentili” con cui il corinzio Archia “allontanò” i siculi da Ortigia). A quanto pare il promontorio di Eloro era già abitato dai siculi prima della fondazione di Siracusa, così come, ad esempio, Noto Antica. Per i greci, i siculi non hanno mai rappresentato una minaccia militare, in quanto il gap organizzativo e tecnologico tra questi era notevole, quindi, a meno di non volersi impadronire di un nuovo territorio su cui fondare una nuova colonia, non avrebbero avuto alcun motivo per cacciarli da Eloro. Vero è che la polis Eloro comunque si sviluppò su un promontorio che guarda alla foce del Tellaro (al tempo navigabile) e che quindi avrebbe anche potuto fungere da avamposto siracusano, a difesa della metropoli greca dalle scorribande sicule da sud. Tuttavia, come messo precedentemente in evidenza, è altrettanto vero che non vi sarebbe stato alcun motivo di industriarsi a tal punto per contenere la minaccia sicula. Tra l’altro i siculi, consci della capacità bellica greca che aveva spazzato via anche Pantalica, adottarono un atteggiamento di reverenza e accomodamento nei confronti della potente Siracusa. L’esigenza dei siracusani non fu quindi realmente la fondazione di una nuova colonia, bensì l’occupazione rapida dell’ultimo approdo utile a sud nella costa ionica. A tal fine fu decisa la via indolore dell’integrazione con la popolazione sicula già insediata sul promontorio di Eloro che, trovandosi a ridosso di un fiume circondato da campi fertili, come fa notare il Dott. Copani , avrebbe potuto rappresentare l’approdo ideale per la fondazione di una colonia da parte di greci di città rivali, quindi una minaccia per Siracusa ben più reale delle città sicule.
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Eloro fu certamente abitata fino in epoca bizantina, come testimoniano le tracce della costruzione di una chiesa sui ruderi della stoà (pratica comune in Sicilia, in cui i basamenti di strutture più antiche erano utilizzati per l’edificazione di nuove strutture). La Torre Stampace, i cui resti sono visibili all’angolo sud-est del promontorio fu invece costruita dagli aragonesi nel XIV secolo sui resti di una fortezza di cui si ha testimonianza in età romana.
Il solo aspetto positivo dell’area archeologica di Eloro è che la difficoltà di essere raggiunta e il trovarsi a ridosso della Riserva di Vendicari, la preserva dall’essere sepolta dalla spazzatura, sorte a cui non trovano scampo altri siti archeologici e monumentali in zona, come la Grotta di Calafarina, la Torre Scibini o la Torre Fano (di cui, spero, presto avrò il piacere di parlarvi).
Fonte Testo: Antonino Rampulla
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SE VI RAGGIUNGO A PIEDI, COME MI SPOSTO? SE VI RAGGIUNGO A PIEDI, COME MI SPOSTO?
Il Comune di Noto è il quarto comune più esteso d’Italia. Per antico retaggio, conserva un territorio di 555 km quadrati per poco meno di 25000 abitanti. Solo per curiosità statistica, rileviamo che il Comune di Noto abbia una densità abitativa di 45 abitanti per chilometro quadrato, quindi ben al di sotto della media italiana (196 abitanti per chilometro quadrato) e di quella europea (115 abitanti per chilometro quadrato). E sempre per la medesima curiosità, notiamo anche come i Comuni italiani dotati di una simile estensione territoriale, abbiano tutti un cospicuo maggior numero di abitanti. Marzamemi, l’ormai turisticamente ambito paesino marinaro a ridosso di Pachino, si ritrova amministrativamente scisso tra il Comune di Noto e il Comune di Pachino. Alcune abitazioni si ritrovano ad avere delle stanze nel Comune di Noto, altre nel Comune di Pachino… Non a caso, in...
A CHE SERVE UN ERASMUS? A CHE SERVE UN ERASMUS?
Per il periodo 2021/2027, leggo sul sito istituzionale, l’Unione Europa ha stanziato per il programma “Erasmus Plus” più di 28 miliardi di euro, ossia un finanziamento paragonabile alla manovra finanziaria annuale dello Stato italiano, raddoppiando quindi i fondi stanziati per il precedente settennio. È chiaramente indice dell’importanza che l’Unione Europea gli conferisce. Come mai il programma “Erasmus Plus” è ritenuto quindi tanto importante? Come funziona Un’organizzazione X accreditata in un dato paese europeo, propone un progetto all’agenzia nazionale di riferimento, la quale ha il compito di vagliarlo per, eventualmente, dare il proprio beneplacito e assegnargli quindi la copertura finanziaria prevista. Tale progetto è comunicato alle associazioni europee partner che hanno l’onere di disciplinare le candidature degli aspiranti...
IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO IDIOTA IMPOSTA DI SOGGIORNO
Mentre si parla di abbattimento del cuneo fiscale e di aiuti alle imprese come incentivo alla creazione di posti di lavoro, la scarsezza politica locale decide in controtendenza di aumentare le tariffe dell’imposta di soggiorno. Dovremmo stendere un perpetuo tappeto rosso al turista che viene a spendere soldi per dormire, mangiare, visitare i musei, affollare le strutture balneari, perché (bisogna proprio essere intellettivamente ipodotati per non comprenderlo…) se le imprese sopravvivono, non solo possono tranquillamente pagare le già esose IMU, TARI e addizionali varie ma, di riflesso, possono pagare i propri dipendenti affinché questi stessi paghino i loro oboli…E invece no! Turista, vuoi venire a visitare ciò che attiene al nostro territorio comunale? Allora ti puniamo! Ecco qua una bella tassa (nel nostro caso) di 2 euro e 50 centesimi a notte (per un massimo di 6 notti)...
COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE… COME TI RISANO IL BILANCIO COMUNALE A SPESE DEI TURISTI. SOLO CHE PER LEGGE NON SI PUÒ FARE…
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CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA CRONACA DELLA PULIZIA DELLA SPIAGGIA DI MARZAMEMI E LETTERA A UN IDIOTA
Il 17 maggio 2022, i ragazzi del progetto Erasmus "Think Green", organizzato dall’associazione "Attiva-Mente" di Modica, insieme ai ragazzi de L’Albero della Vita di Pachino, si sono incontrati per ripulire la spiaggia di Marzamemi, in contrada Spinazza, da tutto ciò che non rientra esattamente nelle categorie di conchiglie, sabbia o alghe. Armati di sacchi e guanti hanno quindi battuto ogni metro quadrato di spiaggia pubblica, riempiendo numerosi sacchi di rifiuti di ogni tipo (sembra evidente che i bagnanti abbiano convinzioni errate sulle proprietà biodegradabili di vetro e plastica). Io e Gaetano, in qualità di accompagnatori, ci siamo imbucati nella piacevole attività di raccolta e, tra un tubo di lavandino rotto e una bottiglia vuota di birra del discount, di tanto in tanto ne approfittavamo per scattare qualche foto (lui) e dilettarci in bracciate in stile più che libero...
IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS IL SENSO DEGLI ALTRI – RIFLESSIONI SU UN ERASMUS
Nel 1994 l’antropologo Marc Augé pubblicava una fra le sue più importanti e influenti opere letterarie: “Il senso degli altri. Attualità dell’antropologia”. Di fatto vicino al pensiero filosofico per cui l’identificazione di se stessi avviene solo nella relazione con l’alterità, scriveva di quanto il tentativo di comprendere l’altro culturale, fosse di riflesso una ricerca sulla propria identità culturale.In un mondo che viaggia spedito verso strutture politiche sovranazionali, scopro di avere molte meno cose in comune col vicino di casa che con una ragazza rumena o un ragazzo georgiano… Negli anni in cui i nazionalismi stanno tristemente tornando di moda, si può davvero ancora parlare seriamente d’identità nazionale? In altre parole, siamo davvero certi che al ventenne russo importi del “senso” d’identità nazionale di Putin? È chiaro che si tratta di un...
DAL “PANI I CASA” ALLA “SCACCIA”: GENESI DI UNA PIZZA SICILIANA DAL “PANI I CASA” ALLA “SCACCIA”: GENESI DI UNA PIZZA SICILIANA
U pani i casa Conservo vividi ricordi d’infanzia in cui “scendevamo” in Sicilia, a Pachino, per passare le lunghe vacanze estive con i nonni, durante le quali ho avuto più volte il piacere di assistere a uno di quei riti sociali dal sapore antico, tramandato chissà da quante generazioni, comune a gran parte delle famiglie siciliane di cultura rurale: la preparazione del pani i casa. Fino alla fine degli anni ’80, a casa dei miei nonni, con l’ausilio di mia madre prima e di mio zio poi, il pani i casa veniva fatto con frequenza settimanale, poi molto più di rado, fino al quasi completo abbandono dell’abitudine (probabilmente per il diffondersi di panifici sempre più a portata di mano o, semplicemente, per l’evolversi di diversi modi di vita). Nel racconto di mia nonna vi è il tono nostalgico dell’antico, dei sapori di una volta che, per definizione dogmatica,...
SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE
Scrivo questo terzo post sulla guerra in Ucraina come pretesto per la mia personale esigenza di approfondire, per comprendere un evento dopo il quale il mondo sarà certamente, in un modo o nell’altro, radicalmente diverso. La difficoltà, fin da quando, lo scorso anno, sono cominciati a spirare concreti venti di guerra, è stata cercare di intercettare le informazioni più “oggettive “ possibili. La metafora è la recente strage di Bucha: non solo i russi negano che siano responsabili le proprie forze armate ma sostengono perfino che sia tutta una montatura ucraina (e occidentale) per screditarli. L’“operazione speciale” di Putin sarebbe scattata su richiesta dei russofoni del Donbass, rispetto ai quali Kiev, dal 2014, avrebbe addirittura pianificato un genocidio: a questo punto tenderei piuttosto a credere agli osservatori dell’OSCE, di cui ho già scritto in un...