SIRACUSA, LA PIÙ BELLA POLIS
SIRACUSA, LA PIÙ BELLA POLIS
Fonte Foto: Antonino Rampulla
Se un marziano, completamente ignaro di Siracusa, mi chiedesse un buon motivo per visitarla, io gli darei tre eccellenti motivi per non poter non visitare Siracusa: il Teatro Greco, il Museo Orsi e Ortigia. Facilmente raggiungibile dal camping grazie all’autostrada che va da Siracusa a Rosolini, Siracusa è ben collegata a Pachino anche in pullman.

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Siracusa fu ufficialmente fondata nel 734 a.C. come colonia della greca Corinto. In tempi relativamente rapidi divenne tra le più importanti e popolose metropoli della Magna Grecia, rivaleggiante con la sola Atene. Il nucleo originario della città, concentrato nell’isola di Ortigia, è andato quasi completamente distrutto dall’evento sismico che ha raso al suolo l’intero Val di Noto nel 1693. La sua ricostruzione in stile barocco ne ha fatto un altro meraviglioso nucleo architettonico di cui la Sicilia può vantarsi. La polis fu anticamente soprannominata aretusea, per via di Aretusa, la celebre fonte d’acqua dolce che da millenni disseta i siracusani, tra le poche zone in Europa in cui cresce la pianta del papiro.
Siracusa, rivaleggiò con Atene anche per il ruolo di “capitale” della cultura del mondo antico, essendo stata un polo attrattivo per personaggi del calibro di Platone, che qui cercò di concretizzare l’ideale politico del Re-Filosofo, ed Eschilo, che nel suo magnificente teatro presentò la tragedia I Persiani. A Siracusa nacque il grande matematico e scienziato ante litteram Archimede, le cui intuizioni “fisiche” giocarono un ruolo importante nella resistenza alla potenza romana. A Siracusa nacque anche una delle prime comunità cristiane e non a caso la città diede i natali anche a una tra le più importanti e influenti personalità della cristianità, la martire Santa Lucia.
Siracusa, così come l’intero mondo greco, cadde in mano romana nel 212 a.C. per poi, col crollo dell’Impero Romano d’Occidente, seguire una sorte simile al resto della Sicilia, passando dal dominio bizantino a quello arabo, normanno, aragonese, austriaco, borbone e, infine, alla non proprio spontanea adesione al Regno d’Italia dei Savoia. Tale abbondanza di influenze culturali è rispecchiata nella grande varietà architettonica presente in città.

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Piuttosto comuni in Sicilia sono state le edificazioni di chiese cristiane su templi greci preesistenti. Così il Tempio di Atena a Ortigia, risalente al V secolo a.C., già cristianizzato nel medioevo, venne incorporato nella Cattedrale della Natività di Maria Santissima, ossia il Duomo di Siracusa. Le colonne doriche sono infatti ancora ben visibili e conservate. Durante il dominio arabo, del Duomo ne venne fatta una moschea. L’attuale facciata, in stile barocco, venne edificata dopo il crollo della precedente facciata normanna crollata in seguito al devastante terremoto del 1693. Ortigia ospita anche la chiesa di Santa Lucia alla Badia, ricostruita interamente dopo il sisma, che custodisce il Seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio. Vi sono inoltre le rovine di altri due templi, entrambi risalenti al VI secolo a.C.: il tempio di Apollo (meglio conservato) e il tempio di Artemide a fianco al Palazzo Vermexio (risalente al 1629, attuale sede del Municipio di Siracusa). Concludo questa rapida disamina di Ortigia, assolutamente non esaustiva, menzionando il solo Castello Maniace che, nato come struttura militare (fatto edificare da Federico II sulla fortificazione che probabilmente fece costruire il generale bizantino Giorgio Maniace che strappò Siracusa al dominio arabo), nel corso della storia ha assunto differenti ruoli in relazione alla dominazione di turno, divenendo così un altro simbolo del crogiolo di culture che hanno concorso a fare la Sicilia.

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La zona della Neapolis è un’area archeologica in cui si ergono monumenti di inestimabile valore quali il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano e l’Ara di Ierone.
Dalla vastità del Teatro Greco ci si rende subito conto di quanto importante e popolosa dovesse essere nell’antichità Siracusa (le stime vanno dai 250.000 a un 1.000.000 di abitanti). Sebbene la prima edificazione risalga al V secolo a.C., l’attuale aspetto è frutto prima della ristrutturazione che nel III secolo a.C. operò il tiranno Gerone II, poi di quella romana in epoca imperiale e, purtroppo, della spoliazione spagnola nel XVI secolo d.C. per la fortificazione di Ortigia. Nella seconda metà del XVI secolo fu riattivato l’antico acquedotto greco per fini agricoli: spicca infatti una casa dei mugnai sulla sommità della cavea del teatro. Solo nel XVIII secolo ritornò un interesse culturale per il Teatro che diede il via a un processo di rivalutazione che ha condotto dal secolo scorso al suo riutilizzo originario.
L’Anfiteatro Romano, in parte scavato nella roccia, fu progettato per spettacoli di gladiatori e costruito in età imperiale. Discretamente conservato è stato riportato alla luce a metà del XIX secolo.
Anche l’Ara di Ierone II è stata soggetta all’opera di spoliazione spagnola, alla quale è scampato il solo basamento roccioso. Si trattava di un altare dedicato a Zeus.

Dalla Neapolis ci si può facilmente spostare a piedi verso il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, sito in Villa Landolina (dimora ottocentesca dell’omonima famiglia). Qui è custodita la storia della Sicilia, dalla preistoria all’età romana. Qui sono conservati reperti archeologici di qualunque tipo, provenienti da tutta l’isola, dagli scheletri dell’ormai estinto elefante nano, agli oggetti preistorici di uso quotidiano, ai busti ellenistici e romani.

Infine non si può trascurare il valore storico della chiesa di Santa Lucia al Sepolcro (XII secolo d.C.), della chiesa di San Giovanni (VI secolo d.C.) da cui si accede alle catacombe cristiane più estese dopo quelle romane e delle rovine dell’antico Castello Eurialo, a Belvedere, edificato nel V secolo a.C. dal tiranno Dionisio I, che vide i bizantini quali suoi ultimi utilizzatori.

Lungi da me qualunque velleità di esaustività nei confronti di una tra le più importanti città storiche italiane. Con quest’articolo aspiro solo a suscitare, in chi non l’abbia già fatto, un po’ di curiosità nel visitare Siracusa. Se non di me, fidatevi di Cicerone, il quale disse Urbem Syracusas maximam esse Graecarum, pulcherrimam omnium saepe audistis. Est, iudices, ita ut dicitur, tradotto: Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca e la più bella di tutte. Signori giudici, è proprio come dicono.
Fonte Testo: Antonino Rampulla
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SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE SOLO PROPAGANDA? RIFLESSIONI SU UN’INVASIONE
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